Grillo si è
recato da Vespa, per sua stessa ammissione, per catturare i voti del pubblico
di Porta a porta. Un elettorato che ancor prima che berlusconiano
sarebbe più appropriato definire vespiano.
La
principale differenza con Berlusconi è stata l’assenza della scrivania e del
contratto con gli italiani, ma in compenso c’era l’assegno, grande quanto il
contratto e la scrivania insieme.
Per il
resto, la serata è scivolata via come da copione. Berlusconi rispondeva “noi
siamo il partito dell’amore, gli altri il partito dell’odio”; Grillo ha risposto
“noi siamo il partito degli onesti, gli altri il partito dei ladri”. In tv gli
slogan si vendono meglio dei ragionamenti. Con i ragionamenti si rischia sempre di
scontentare qualcuno.
Non sono mancate
le battute. In qualità di comico Grillo se n’è concesso qualcuna in più del suo predecessore.
Non sono mancati nemmeno gli ammiccamenti.
Alla fine il
messaggio passa. Votare M5S non è un salto nel buio, ma piuttosto un déjà vu.
Per
l’elettore vespiano una serata rassicurante. Ha anche ottenuto la conferma,
anzi, la certificazione (visto che Grillo non esprime opinioni, ma certifica), che
il giornalista è “corretto”. Unica nota discordante, semmai, la capigliatura. All'elettore vespiano rimane forse la sensazione di un Berlusconi che abbia esagerato col reimpianto dei capelli.
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