Vi si ritrovano elettori provenienti da tutte le parti, e vi si ritrovano tutti come a casa. Beh, forse proprio tutti no, ma andiamo con ordine.
Gli ex
leghisti sono tra i più contenti. “Questo sì che gliele canta e gliele suona!”,
esclamano. E se qualcuno gli ricorda il loro invaghimento per Bossi, fanno una
faccia eloquente, tipo “scurdammece o’ passato”, e si limitano a rispondere: “ora
siamo oltre”. “Quello al confronto era
un gentleman”, aggiungono, ed è ovvio che c’è in questa parola un connotato di
sufficienza, come se dicessero un mollaccione.
Anche gli ex
forzisti si fregano le mani. Avevano appena finito di scrivere “Silvio forever”,
e già Silvio scompariva. Quasi non gli pare vero adesso di poter scrivere “Beppe
forever”. Anche a loro, guai a parlargli del passato. Ricordano che per sapere
quello che Berlusconi pensava della Merkel hanno dovuto attendere le
intercettazioni, e non possono trattenersi dall’esclamare: “Siamo oltre, a
confronto Silvio era un puritano!”
Infine, l’ex
elettore del PD, del PCI e di tutte le sigle che stanno in mezzo. Lo si
riconosce per la tristezza che lo accompagna. Non gli è rimasto molto in cui
credere, a parte l’onestà. Certo, l’onestà non è un’ideologia, visto che uno
può essere contrario ai sindacati e allo stato sociale, ed essere una persona
onesta che non ha mai rubato in vita sua. Ma preferisce non farsi troppe
domande. Gli hanno detto che il partito di Grillo è l’erede di Berlinguer. Lui
la prende per buona, anche se pensando ai comizi di Berlinguer non ricorda
tutte queste urla, ma è passato tanto tempo, forse ricorda male. Arriva un po’
in ritardo al comizio, e si guarda intorno, sente “vaffanculo!” da una parte.
Si gira e sente “Sì! Vaffanculo!” dall’altra parte, e gli viene il dubbio di
aver sbagliato raduno.
Timidamente
domanda: “Casa Pound?”. “No, casa Grillo”. “Ah, meno male”, esclama
asciugandosi un rivolo di sudore.
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