Parliamo, ovviamente, dell’iniziativa di Paola
Bacchiddu, responsabile alla comunicazione della lista Tsipras.
La battuta è abbastanza prevedibile e può darsi
che qualcuno l’abbia già fatta: finalmente la sinistra ha trovato un argomento
convincente.
Il lato triste invece necessita di una breve argomentazione.
La Lista Tsipras ha probabilmente il
programma più condivisibile. Tra il pragmatismo
del PD, tanto pragmatico da risultare ineffabile, e la presa dei tetti di Strasburgo
in corso di progettazione nel salone della Pallacorda della Casaleggio
Associati, propone un’idea di Europa non solo preoccupata dei numeri ma anche
dei riflessi che i numeri hanno sulle persone.
Purtroppo, manca di un
televenditore o di un urlatore, che per l’utente televisivo sono le figure
carismatiche per eccellenza. E l’elettore italiano è utente televisivo per
eccellenza.
Con la sua iniziativa la Barchiddu ha provato quindi
a supplire a questo handicap col culo, forte del connotato ideologico che al
culo trent’anni di Striscia la notizia
hanno conferito. I risultati le hanno dato ragione. In due ore si è parlato
della Lista Tsipras più di quanto se ne fosse parlato nei due pesi precedenti.
Una ventina di anni or sono
Montanelli disse che il berlusconismo era un virus dal quale l’Italia col tempo
sarebbe guarita. Ma Montanelli doveva essere un ottimista. Oggi sappiamo che si
tratta di un virus da quale non si guarisce e che lascia anzi invalidità
permanente.
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