La
principale novità di queste ultime settimane della vita politica italiana è il
mutato atteggiamento di Grillo. Non solo è uscito dal blog, ma sembra che sia
uscito correndo.
Dopo essere rimasto oltre un anno a godersi beato lo
spettacolo, una fretta improvvisa si è impadronita di lui. Sarebbe un fatto
inspiegabile, visto che si tratta della stessa persona che quando tutti si
interrogavano sul nuovo governo correva mascherata sulla spiaggia, se non
sapessimo che in mezzo ci sono state le elezioni europee.
Di
Maio, la voce di Grillo quando Grillo tace, arriva ad accusare Renzi di
scortesia solo per non aver risposto a tamburo battente alle richieste del suo
leader. Difficile stabilire quale sia il metro della cortesia, visto
che si fa riferimento a quello stesso Renzi che fino a un mese fa veniva omaggiato
col grazioso appellativo di “ebetino di Firenze”. Può darsi che ci sia dietro la
positiva influenza dei modi british di Farage, ma comunque anche qui il dato
certo è che in mezzo ci sono state le elezioni.
In
compenso, il risultato elettorale non ha scalfito la logica del M5S. È la
stessa di prima: se Napolitano riceveva Berlusconi legittimava un pregiudicato;
se invece riceveva Grillo, riconosceva il rappresentante di nove milioni di
italiani. Allo stesso modo oggi se il M5S dialoga con quelli che fino a dieci
giorni fa dovevano andare a casa senza se e senza ma lo fa perché vuole dare “un
contributo fondamentale alle riforme”, se invece il PD dialoga con Forza Italia
lo fa perché è complice di Forza Italia.
A Renzi, per contro, va riconosciuto di aver
dato una bella risposta. Nessuno ha la verità in tasca, ha detto. Può darsi,
come ha scritto qualcuno, che tirerà comunque per la sua strada, nondimeno la risposta è stata
elegante. Chissà come avrebbe risposto Grillo se il 40% lo avesse preso lui.
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