Ho conosciuto un famoso mangiatore romagnolo che, giunto una sera non aspettato fra una brigata di amici, mentre essa stava con bramosia dar sotto a un pasticcio per dodici persone
che faceva bella mostra di sé sulla tavola, esclamò: «Come! per tante persone un pasticcio che appena basterebbe per me?» «Ebbene», gli fu risposto, «se voi ve lo mangiate tutto, noi ve lo pagheremo». Il brav'uomo non intese a sordo e messosi subito all'opera lo finì per intero. Allora tutti quelli della brigata a tale spettacolo strabiliando, dissero: «Costui per certo stanotte schianta!» Fortunatamente non fu nulla di serio; però il corpo gli si era gonfiato in modo che la pelle tirava come quella di un tamburo, smaniava, si contorceva, nicchiava, nicchiava forte come se avesse da partorire; ma accorse un uomo armato di un mattarello, e manovrando sul paziente a guisa di chi lavora la cioccolata, gli sgonfiò il ventre, nel quale chissà poi quanti altri pasticci saranno entrati.
Pellegrino Artusi, La scienza in cucina
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