Luzin
socchiuse gli occhi e quasi in un sussurro, increspando le labbra come per un
bacio guardingo, emise non verbo, non il semplice accenno a una mossa, ma
qualcosa di tenerissimo e infinitamente fragile. E sul suo volto
era la stessa
espressione, l’espressione di chi con un soffio faccia volar via una piuma dal
volto di un bebè, quando il giorno seguente diede corpo alla mossa sulla
scacchiera.
Vladimir
Nabokov, La difesa di Luzin
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