«Mi
dica» chiese, «immagino che sia riuscito a corrompere ben bene la mia bambina.
Quelli come lei sono dei gran depravati. Se non che mia figlia è una ragazza
pulita, non è come queste di oggi. Mi dica, lei è un depravato,
un depravato,
non è vero?» «No, madame» rispose Luzin con un sospiro, quindi aggrottò le
sopracciglia, strofinò la suola di una scarpa sul parquet, cancellando un certo
assembramento che si era fatto ben distinto. «Insomma, io non la conosco per
niente» continuò svelta e sonora la voce. «Dovrò assumere informazioni su di
lei, sì, sì, informazioni, che lei non abbia una di quelle malattie». «Fiato
corto» disse Luzin «e anche un po’ di reumatismi». «Non parlo di quello» lo
interruppe secca. «È una faccenda seria. Lei, evidentemente, si considera
fidanzato, viene, si apparta. Ma io non credo che si possa parlare tanto presto
di matrimonio». «E l’anno scorso pure le emorroidi» proseguì monotono Luzin.
Vladimir
Nabokov, La difesa di Luzin
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