Si
riversava in strada il popolino di quelle terre e in ginocchio implorava la
pietà reale, sembrava che l’indovinassero quei miserabili, perché ai suoi piedi
Giovanni V aveva una cassa di monete di rame,
che andava lanciando a piene mani
da una parte e dall’altra, con gesti ampi di seminatore, il che causava grande
scompiglio e gratitudine, violentemente si disfacevano le file e si disputavano
i soldi scagliati, e allora bisognava vedere come vecchi e giovani frugravano
nel fango dov’era sprofondato un reale, come i ciechi tastavano il fondo delle
acque melmose dove era affondato un reale, mentre le reali persone passavano,
passavano, solenni, austere, maestose, senza accennare un sorriso, che neanche
Dio sorride, lo saprà lui perché, forse ha finito col vergognarsi del mondo che
ha creato.
José
Saramago, Memoriale del convento
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