Nonostante
un anno addietro l’allora ministro dell’economia avesse dichiarato che gli evasori
avevano le ore contate e nonostante Padoan abbia loro dichiarato guerra,
l’opinione più diffusa è rimasta la stessa: pagare le tasse non conviene. Ma
ora la Corte dei conti formula questa idea in maniera più precisa. Dice che
pagare le tasse in Italia è proprio da autolesionisti. Del resto i calcoli sono
semplici a fare e potevamo arrivarci anche noi prima della Corte dei conti. In
un anno lo stato non arriva a individuare nemmeno il 10% delle somme evase, e
se ci arriva stappa bottiglie di spumante. Ciò significa che almeno il 90%
degli evasori la fa franca. Ma tra l’essere individuato e il pagare non è detto
che per il 10% il passaggio sia automatico. In mezzo ci sono concordati, rinvii
e imponderabile.
Chi
si tirerebbe indietro dal partecipare a un gioco o a una lotteria nei quali hai
90 possibilità su 100 di vincere? Probabilmente nessuno. Se poi si aggiunge che
anche il rimanente 10% può beneficiare di qualche premio di consolazione, anche
i più riluttanti si lascerebbero tentare.
La
Corte aggiunge pure che, in contrasto col dettato costituzionale, sussiste una
forte sperequazione tra la pressione fiscale che grava su lavoratori dipendenti
e pensionati da una parte e lavoratori indipendenti dall’altra. Questi ultimi di recente insigniti del titolo di eroi del nostro tempo.
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