Il
nome suona bene: la notte dell’onestà. Come la notte della repubblica. Per l’onestà
in Italia è proprio notte fonda. Chiamarlo “il giorno dell’onestà”
avrebbe prodotto tutt’altro effetto, e qualcuno avrebbe pure potuto scambiarlo per un
happening semiserio.
Detto
ciò, la questione che ci si pone è se possa esistere un partito degli onesti.
No, non quello di cui parlava Alfano, non un partito degli onesti per ridere,
ma seriamente. In riferimento proprio al M5S, la domanda, in sostanza, è: può
bastare l’onestà a far da collante a una forza politica oppure bisogna anche
condividere delle idee?
Perché
può succedere che due persone siano perfettamente oneste ma in disaccordo su molte cose, e possano anzi considerarsi avversari politici. Se da Pericle in poi, del
resto, le divisioni politiche ci sono state sempre, o nessuno è mai stato
onesto e a inventare l'onestà è stato il M5S, oppure l’onestà viene prima, ma
da sola non fa un politico, come non fa un architetto, un insegnante, un cuoco
o qualsiasi altra figura. Ma non solo. Uno può essere onesto ed essere intollerante, o non democratico, o altro ancora. A riempire le piazze durante i discorsi di Mussolini c'erano perlopiù persone oneste.
Ecco,
forse da una forza politica più che una notte dell’onestà, ci si aspetterebbe una
notte delle idee. Perché quando le cose che
mettono d’accordo tutti, come la lotta contro il degrado, o contro la violenza
alle donne, o, per l’appunto, contro la corruzione, assumono un connotato ideologico siamo nella demagogia, non nella politica.
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L'onestà dovrebbe essere la base per la pacifica convivenza. Solo con l'onestà - intellettuale e materiale - si può progredire e si possono maturare legittime differenze. Ma concordo col fatto che non basti per far da collante politico
RispondiEliminaEh sì, il costume italiano si è deteriorato al punto che l'onestà da prerequisito della convivenza civile si è trasformato in obiettivo politico, con tutta la confusione che ne deriva.
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