A
scorrere le prime anticipazioni sulla cosiddetta lista Falciani, la cosa che
salta agli occhi è l’eterogeneità dei suoi componenti. Ci sono personaggi
famosi e
ci sono sconosciuti. Ci sono attori e stilisti, piloti e modelle. Ci
sono uomini e donne, giovani e vecchi. Ci sono eterosessuali, bisessuali e
omosessuali. Ci sono progressisti e ci sono conservatori. Bianchi e neri. Ci
sono cristiani e ci sono musulmani (con buona pace di quelli che pensano che ad
accumulare cataste di banconote siano solo ebrei). Ci sono monarchi illuminati
e ci sono monarchi che preferiscono la penombra, se non il buio fitto. Ci sono
amnistiati che hanno scampato la galera (e sono ovviamente italiani, e pretendono pure una medaglia) e ci sono
incensurati. C’è un po' di orgoglio nazionale e c’è un po' di vergogna nazionale.
È però confortante sapere che esiste un luogo nel quale tanta varietà possa pacificamente coesistere. Un luogo in cui discriminazione
e pregiudizio perdono ogni significato, e che non è il paradiso, ma una banca. E ancora più confortante è immaginare quante altre banche in Svizzera e nel resto del mondo seguano il suo esempio.
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Lo status di evasore
Gli eroi del nostro tempo
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