Il ragionamento non fa una piega. L'abbiamo sentito diverse volte. La Grecia deve onorare i suoi debiti perché i debiti vanno
onorati.
Giornalisti ed economisti autorevoli si sono dilungati in persuasive esemplificazioni
per il grande pubblico: così è facile per chiunque domandare un prestito per
costruirsi una casa o andare in vacanza e poi dire condonatemi il debito.
Alcuni non hanno risparmiato toni più polemici, dicendo che non è giusto che
gli altri lavorino e paghino mentre i greci se la spassano.
Eppure
nel 1923 la Germania smise di pagare il suo debito, dopo che l’anno prima le
era stato ridotto del 60%. E nel 1953, per evitare il default, ottenne la
possibilità di dilazionare il 50% del debito per trent’anni, mentre il pagamento
del rimanente fu rinviato alla sua unificazione. Infatti, fu pagato a partire
dal 1990 ma, di nuovo per evitare il default, le fu evitata la rinegoziazione
prevista dall’accordo e poté beneficiare dei tassi del 1953 (circa un quarto
rispetto a quelli del 1990). Né la Germania ha mai versato i risarcimenti per i
danni e le distruzioni provocate dal suo esercito in Grecia durante la seconda
guerra mondiale e quantificati dalla Conferenza di Parigi del 1946 in 7
miliardi di dollari (80 attuali).
Certo,
si potrà osservare, erano altri tempi. Ed è vero. Non esisteva ancora l’Europa
unita e solidale di oggi e non c’era nemmeno la BCE a vigilare.
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