Il
punto chiaro nel post pubblicato su facebook riguardante i fatti di Genova è
che i poliziotti non cercavano la gloria. È già qualcosa, perché se pensavano di
trovare gloria
bastonando ragazzi e anziani che dormivano, ai molti dubbi sull'etica professionale dei suddetti poliziotti e di chi li comandava se ne aggiungerebbero altri sulle loro capacità cognitive. Il punto poco chiaro, invece, riguarda l’autore del post, se
cioè il poliziotto sia vero, un fake o una caricatura. Stando alle espressioni
che usa, “giovane vigoria” o “entusiasmo cameratesco”, si propenderebbe per la
terza ipotesi. Il fatto che in serata aggiunga di non capire le critiche suona come un’ulteriore conferma di questa ipotesi. Il punto che non si capisce per niente, infine, è nella dichiarazione del ministro dell’Interno: fare chiarezza. Veramente
il contenuto del post l’hanno capito anche i meno dotati, come si deduce dai
commenti. In un paese normale, una volta accertatane la paternità, l’autore, poliziotto o caricatura poliziotto che sia, non resterebbe in servizio un minuto di più.Link:
Storia della colonna infame. 2015
Un'altra storia italiana
Nessun commento:
Posta un commento