All’inizio i massimi esperti di cose a 5S, da Travaglio a Scanzi, avevano
categoricamente escluso la possibilità che il M5S si alleasse con l’Ukip di
Farage. Poi,
quando dopo una molto democratica votazione degli iscritti, la
possibilità era divenuta realtà, l’avevano derubricata a matrimonio d’interesse.
Ma in un anno solo pochissime volte i due partiti hanno votato allo stesso
modo, tanto che periodicamente si è riproposta la domanda sul perché due gruppi
così diversi stessero insieme. Come dire, anche nei matrimoni d’interesse c’è
un limite allo squallore. Oggi la maretta in corso nel partito inglese dopo la
batosta elettorale viene a sciogliere questi dubbi. Il responsabile economico
del partito, nonché direttore della campagna elettorale, definisce Farage “ringhioso,
permaloso e aggressivo”. Vuole imporre “il culto della personalità”, aggiunge,
e trasformare il partito in “una monarchia”. Ecco, dunque, in cosa si
somigliano i due gruppi: hanno due leader uguali.
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