La legge Severino nasce per contrastare il
malaffare e la corruzione della politica, impedendo a chi è già stato
condannato di occupare cariche pubbliche.
C’era bisogno di una
legge? Si potrebbe pensare che siccome, pur non essendoci una legge specifica, nessuno affiderebbe i propri risparmi a
uno che già in precedenza è scappato col malloppo, nessuno avrebbe secondo lo
stesso ragionamento eletto a sindaco o ad altro incarico pubblico qualcuno già
condannato per corruzione o per altro reato contro la pubblica amministrazione.
Invece non funziona così. C’è gente che pur non affidando i propri risparmi al
pregiudicato, gli affida i soldi pubblici, forse pensando che poi toccherà al vicino saldare il conto. Ecco, dunque, la ratio della legge. Ora però viene
Renzi e dice che se uno è stato votato dalla gente, anche se condannato ha
diritto di governare. In questo modo il cerchio si chiude e si torna al punto
di partenza. Abbiamo capito anche la non ratio della legge.
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