Sono passati poco più di quarant’anni da quando il
referendum sancì l’affermazione del divorzio. Forse non tutti sanno che la
campagna elettorale
che precedette il voto fu talmente aspra da sconfinare nel
ridicolo, basti pensare alla censura della canzone di Gigliola Cinquetti “All’amore
ho detto sì”. Anche allora il fronte cattolico paventò lo spettro della
distruzione della famiglia con foto di bimbi terrorizzati dalla fuga dei
genitori affisse sui manifesti. Ma la famiglia sopravvisse (altrimenti oggi non
potrebbe essere nuovamente in pericolo).
Negli anni successivi non sono stati in pochi
coloro che pur essendosi spesi anima e corpo contro il divorzio hanno
divorziato. Già questo fatto dovrebbe suonare strano all’orecchio del cattolico: se tu sei veramente cattolico osservi un precetto perché te lo impone la
coscienza, non perché te lo vieta una norma. Invece molti di questi sedicenti
cattolici hanno usufruito di una legge che contrasta coi principi della loro
religione. Nella fattispecie, con un sacramento, cioè un fondamento della fede,
non un digiuno quaresimale o un peccato veniale, e infatti fino a oggi ha
comportato l’esclusione dalla comunione. Ciò che Dio unisce l’uomo non può
dividere. I vari Casini e Adinolfi, invece, hanno disubbidito e ciò che Dio ha
unito, loro hanno diviso.
Ma se al peccatore si addice l’espiazione e il
silenzio, i vari Casini e Adinolfi sono invece peccatori sui generis, vogliono
impedire agli altri di peccare in maniera diversa dalla loro. Presso un
pubblico mediamente pensante la credibilità di questi personaggi dovrebbe essere
zero. Se io fossi un cattolico osservante e contrario ai matrimoni gay, per
prima cosa chiederei ai vari Adinolfi e Casini di tacere. Vorrei essere
rappresentato da cattolici autentici, non da peccatori come loro, e mi
sembrerebbe il minimo.
Invece nessuna voce si è levata tra la folla
presente al family day per zittire
quelli che, dal punto di vista cattolico, non avrebbero alcun diritto di
scagliare la prima pietra, avendocelo il peccato, e, come detto, pure bello
grosso. Ma ciò si può capire, poiché i partecipanti a questo genere di eventi sono
quelli che si attardano, i più refrattari ai tempi che cambiano. Non è un caso
che su questi temi le religioni si ritrovino unite. Alcuni leggono ciò come
dimostrazione dell’universalità di un principio, ma per chi conosce la storia
dimostra piuttosto come le forze oscurantiste sappiano compattarsi quando si
sentono minacciate dal progresso.
L’unico aspetto che consola è che si tratta comunque di
minoranze destinate ad assottigliarsi ulteriormente, sono minoranze che per
così dire vanno al rimorchio della storia.
Nessun commento:
Posta un commento