Dunque, prima
Standard & Poor’s, a ruota Moody’s e quindi Fitch declassano il debito greco. Le tre grandi agenzie di rating, del resto, seguono lo stesso spartito
e suonano la stessa musica su un
pentagramma che va dalla nota più alta, l’investimento ideale, alla più bassa,
la spazzatura.
Le tre sorelle sono
giudici non soggetti ad altri giudici, sebbene anch’esse certe volte sbaglino.
Certe volte tutt’e tre insieme. Essendo poi delle istituzioni private,
finanziate da fondi, enti e personaggi che sono anche protagonisti nelle
attività dei mercati, può pure succedere che questi ultimi traggano benefici
anche quando sbagliano. E se possono trarre benefici anche dai loro errori,
significa che potrebbero pure operare per determinare tali errori. Tutto ciò in
teoria.
In pratica, il crack
di Lehman Brothers, la banca americana alla quale fino alla vigilia del
fallimento le tre agenzie avevano assegnato la tripla A. Quale rating
assegnerebbero invece ad esse i risparmiatori rovinati dal crack e le procure
che le hanno indagate per manipolazione dei mercati, si può indovinare. Non molto diverso da
quello dei titoli greci. Non come giornali e tv, insomma, che continuano a dare
ampia risonanza a ogni loro pronunciamento.
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