La mia vita è
cominciata con il tramonto. È strano, ma è così! Dal primo momento che ho avuto coscienza di me, ho
sentito che mi spegnevo.
Ho cominciato a spegnermi scrivendo gli incartamenti
dell’ufficio;
ho continuato, poi, conoscendo nei libri quelle verità
di cui non avrei saputo che fare nella vita; mi sono spento
con gli amici, ascoltando i loro discorsi, i loro pettegolezzi, le loro
malignità, il
loro malvagio e freddo chiacchierare, la loro vuotaggine; contemplando quel
loro tipo di amicizia alimentato da incontri senza scopo, senza cordialità; mi sono spento e ho consumato le
mie forze con Mina, per cui spendevo più di metà delle mie rendite, illudendomi di amarla; mi sono spente
nel tetro e fiacco passeggiare lungo il viale Nevski, tra le pellicce d’orso e i baveri di castoro, nelle
serate, nei giorni di ricevimento, in cui venivo lietamente accolto come un
fidanzato discreto; mi sono spento consumando in sciocchezze la vita e l’intelligenza.Ivan Goncharov, Oblomov
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