orrore, racconto assurdo, che non faccia presa sui nullafacenti di una grande città: e noi abbiamo a che fare con gente molto abile!... Prima un rumore leggero, che sfiora appena il terreno come una rondine prima della tempesta, pianissimo, sussurra e fugge, lasciando cadere il seme avvelenato. Qualcuno lo raccoglie e, piano, piano, lo lascia scivolare con destrezza all'orecchio. Il danno è fatto; la calunnia spunta, striscia, cammina e, rinforzando, di bocca in bocca si propaga; poi improvvisamente, non so come, la vedi alzarsi, fischiare, gonfiarsi, crescere a vista d'occhio. Poi vola, si espande, turbina, avvolge, strappa, trascina, tuona, e diventa, come per volere del cielo, un grido generale, un crescendo pubblico, un coro universale di odio e proscrizione. Chi diavolo potrebbe mai resisterle?
Beaumarchais, Il barbiere di Siviglia
Pillole: Anatole France, Nel giardino di Epicuro
Beaumarchais, Il barbiere di Siviglia (4)
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