Nello storytelling renziano, tra le tante mirabilia del suo governo (800000 nuovi posti di lavoro secondo il suo ultimo personale censimento,
ma sono già passate un paio di settimane, ed è probabile che nel frattempo siamo prossimi ad arrivare al milione), il punto centrale è la riduzione delle tasse. Una specie di Maginot della sua azione di governo. Renzi si è vantato di aver abbassato le tasse, ripetendo a ogni occasione che mai avrebbe aggiunto un nuovo balzello, con la fermezza di chi dice "dovete prima passare sul mio cadavere".
Ora, però, Eurostat vine a confutare questo pilastro della narrazione dell'ex nonché aspirante premier (link). Una confutazione doppiamente significativa poiché gli unici anni nei quali la pressione fiscale si è ridotta risultano essere il 2008, 2009 (Berlusconi) e 2013 (Letta). E sempre durante il governo dell'odiato Letta si è pure ridotta la spesa pubblica, che invece con Renzi ha ripreso a crescere nonostante il calo degli interessi del debito pubblico.
Allora viene da chiedersi dove finisce lo storytelling e dove comincia la bufala, o se non sia il primo solo un termine elegante per indicare il secondo. Un po' come jobs act o voluntary disclosure, per intenderci.
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